STORIA

Giovanni Pietrovecchio e Natale Pietrovecchio, prima generazione della famiglia, insediatasi a Santo Stefano di Valdobbiadene prima della fine dell‘800, lavorano dapprima i terreni in concessione e creano la propria cantina. In seguito, Giovanni avrà tre figli: Aldo, Lida ed Elio Pietrovecchio. I tre assieme decidono nel tempo di acquistare i terreni che circondano la vecchia casa in cui vivono, investendo il loro tempo nella produzione di vino “col fondo”. Successivamente l’unico erede, Bruno Pietrovecchio, figlio di Aldo Pietrovecchio, rileva l’attività di famiglia e ne tiene viva la tradizione. Ad oggi, ad affiancare il padre nel lavoro di famiglia, vi è Laura Pietrovecchio, laureanda enologa presso l’università degli studi di Padova.

Storicamente, essendo il terreno collocato interamente a Santo Stefano di Valdobbiadene, di proprietà della famiglia, la qualità del prodotto risulta molto elevata, in quanto la pendenza naturale tipica del territorio, consente solamente il lavoro manuale: ovviamente questo rende tutta la procedura più longeva, ma allo stesso tempo più qualitativa e precisa. Questo consente alla pianta di produrre uve di più alta qualità, dalle quali ne consegue un ottimo vino, tipico solamente della Valdobbiadene Prosecco DOCG. Il valore stesso del terreno in cui vengono prodotte le uve di famiglia, è stato riconosciuto anche nel 2019 quando L’UNESCO ha attribuito alle colline del prosecco Conegliano Valdobbiadene il titolo di patrimonio dell’umanità: nello specifico, cantina Pietrovecchio e i suoi terreni risultano tutti all’interno di quella che viene definita Core Zone, cioè zona specifica nella quale la pendenza supera anche il 50%: questa risulta essere la caratteristica morfologica che fornisce al paesaggio il famoso aspetto a scacchiera, che lo rende unico nel suo genere.

STORIA

Giovanni Pietrovecchio e Natale Pietrovecchio, prima generazione della famiglia, insediatasi a Santo Stefano di Valdobbiadene prima della fine dell‘800, lavorano dapprima i terreni in concessione e creano la propria cantina. In seguito, Giovanni avrà tre figli: Aldo, Lida ed Elio Pietrovecchio. I tre assieme decidono nel tempo di acquistare i terreni che circondano la vecchia casa in cui vivono, investendo il loro tempo nella produzione di vino “col fondo”. Successivamente l’unico erede, Bruno Pietrovecchio, figlio di Aldo Pietrovecchio, rileva l’attività di famiglia e ne tiene viva la tradizione. Ad oggi, ad affiancare il padre nel lavoro di famiglia, vi è Laura Pietrovecchio, laureanda enologa presso l’università degli studi di Padova.

Storicamente, essendo il terreno collocato interamente a Santo Stefano di Valdobbiadene, di proprietà della famiglia, la qualità del prodotto risulta molto elevata, in quanto la pendenza naturale tipica del territorio, consente solamente il lavoro manuale: ovviamente questo rende tutta la procedura più longeva, ma allo stesso tempo più qualitativa e precisa. Questo consente alla pianta di produrre uve di più alta qualità, dalle quali ne consegue un ottimo vino, tipico solamente della Valdobbiadene Prosecco DOCG. Il valore stesso del terreno in cui vengono prodotte le uve di famiglia, è stato riconosciuto anche nel 2019 quando L’UNESCO ha attribuito alle colline del prosecco Conegliano Valdobbiadene il titolo di patrimonio dell’umanità: nello specifico, cantina Pietrovecchio e i suoi terreni risultano tutti all’interno di quella che viene definita Core Zone, cioè zona specifica nella quale la pendenza supera anche il 50%: questa risulta essere la caratteristica morfologica che fornisce al paesaggio il famoso aspetto a scacchiera, che lo rende unico nel suo genere.

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